martedì 2 settembre 2014

Arriva Hyperlapse, riprese accelerate più effetto steadycam

Un grosso limite alla realizzazione di riprese video sempre più professionali e d'effetto, è stato superato qualche giorno fa da Hyperlapse, un'applicazione lanciata da Instagram capace di traformare il nostro smartphone in una videocamera di ultima generazione. Sostanzialmente Hyperlapse accelera il girato fino a 12 volte in modo, ad esempio, da rendere possibile vedere in 15 secondi (la durata massima dei video su Instagram) una ripresa che, nella realtà, ha richiesto tre minuti. La prima cosa che viene in mente è il movimento frenetico della gente in una sala d'attesa o l'inseguimento delle nuvole nel cielo, per le quali non ci sarà più bisogno di alcun passsaggio in postproduzione. Ma c'è di più, e non è qualcosa di secondario. Per assicurare grande qualità nelle riprese Hyperlapse adotta una tecnologia che stabilizza le immagini durante la ripresa (in perfetto stile Steadycam) che consente alle imamgini di essere sempre a fuoco e un prodotto finale di livello cinematografico. Vedere per credere. Riproduzione riservata @vocicor

martedì 22 luglio 2014

Meteo-terroristi e albergatori. Darwin darebbe ragione ai primi

Non ce la faccio più! Devo dire la mia su ‘sta storia dei meteo-terroristi! Comincio dalla cronaca. Gli albergatori riminesi, anziché incassare lezioni gratuite dalla modernità digitale (non potendola risolvere a sardoncini e vino) vogliono denunciare i siti delle previsioni meteo, rei secondo loro di far saltare le prenotazioni all’ultimo minuto. Whaaaaat? Direbbe David Letterman! Che in molte zucche della riviera alberghiera dimori ancora lo stereotipo del turista automa, acefalo, privo di fosforo e discernimento, s’era capito: ma qui quello che si paventa qui supera davvero il ridicolo. Flashback! Ieri, ennesima giornata autunnale in pieno luglio (altro che “colpa delle previsioni”: qui a Rimini il tempo fa veramente schifo!) ho fatto un giro nell’entroterra. Ho visitato una spettacolare mostra di design a Cerasolo, pranzato in una silenziosa trattoria di campagna, visitato una pieve romanica nelle colline dietro a Riccione. Tutto senza vedere l’ombra di un turista! Ergo, l’idea che i giorni di pioggia vengano percepiti dagli ospiti della riviera come privi di interesse, non può che farmi pensare che il punto critico stia nel "progetto" di marketing e comunicazione di questa città che, in giornate come ieri, implode in tutta la sua pochezza. Scusate la faccio troppo lunga (questo è un post non un libro) dunque taglio corto dando un suggerimento spassionato agli albergatori che vorrebbero vedere le “icone con il sole” brillare tutto l’anno, anche se fuori c’è Katrina. Non opponetevi alla storia e al progresso tecnologico se non ne avete in dote la più utile delle facoltà naturali per fronteggiare qualsiasi crisi. Si tratta di una capacità  buona per i coleotteri come per gli affitta camere, e la individuò Darwin più di un secolo fa. E’ sintetizzata in questo adagio, applicabile in svariati campi, se si ha il guizzo di comprenderne la portata: “Non è la più forte delle specie a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella che meglio si adatta al cambiamento”. Dall’ornitomanzia a Meteo.it, la capacità adattiva dei sacerdoti della meteorologia l’abbiamo vista. Se avvistate quella di molti albergatori riminesi fatemi un cenno.  

Fotocourtesy Magica (Lightning cloud to sea over Miramare di Rimini, Italy) 9 September 2005. 

mercoledì 7 maggio 2014

Numeri civici? Meglio un bel QR Code

Sono un QR code addicted e non potevo sottrarmi al richiamo di usarne uno a fianco del mio numero civico. La curiosità sta nel fatto che è fatto a mano, dalla paziente mano di Maria Rossi, la quale lo ha realizzato con gran maestria pur sapendo che non poteva sbagliare. Ho comunque sperimentato la flessibilità di questa tecnologia che permette buoni margini di approssimazione (nel caso vogliate cimentarci in una riproduzione pittografica su ceramica come questa). Vi piacerebbe averne uno? Sono qui. Trattativa privata!

martedì 22 aprile 2014

Facebook & Co. Una valanga elettronica sulle imprese

Facebook, Twitter, Youtube e compagnia digitale stanno trascinando milioni di persone verso un nuovo modo di vedere il mondo, incontrare persone, conoscere stili di vita nuovi e... comprare in modo nuovo! E' una valanga elettronica che sta cambiando la fisionomia di quel "territorio d'acquisto" che tante imprese si ostinano a immaginare come immutato, famigliare, mentre tutto è cambiato. Inutile dunque costruire, su un terreno che frana, le stesse impalcature di marketing e comunicazione di vent'anni fa! Per non essere travolti dalla valanga elettronica dei social -cercando invece di capire come impiegarne l'energia- serve impegnarsi nel cambiamento: accettando prima di tutto con fiducia l'assistenza di chi può (con un linguaggio aziendale e non specialistico) mostrare come tutto è partito, cosa sta davvero accadendo e come, senza grossi investimenti, è possibile ottenere più redditività da questa nuova e dinamica situazione. Prima che la valanga passi sopra a tutto, lasciando in piedi solo chi si è attrezzato in tempo, richiedi una consulenza su questi temi. Primo incontro (anche via Skype) gratuito e senza impegno. 

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sabato 22 febbraio 2014

La rivoluzione su una ruota

E' green e silenzioso, ed è il diretto discendente del Segway che ancora stupisce per le sue doti da equilibrista. Ma qui siamo oltre, perché la ruota è una! Si Chiama Ryno e, da quello che dice il suo inventore, l'americano Chris Hoffman (Portland, Oregon) non è nulla di paragonabile a quanto guidato prima. Per adesso l'autonomia è un po' scarsa (16 chilometri) e anche il tempo di ricarica non è un batter di ciglia (6 ore) ma questo mezzo, potrebbe davvero rivoluzionare la mobilità urbana. Ma quanto costa? La Rynomotors non ha problemi a pubblicarlo sul suo sito, 5295 Dollari ed in Italia, promettono, arriverà a fine anno. Riproduzione riservata

venerdì 21 febbraio 2014

KISS! Keep it Simple and Short

Rendere chiari e immediati i messaggi rivolti ai clienti è un dovere di ogni comunicatore d’impresa, soprattutto oggi che il tempo di attenzione dedicato a messaggi non richiesti è sceso a pochi secondi. Gli elementi imprescindibili perché un contenuto sia apprezzato sono gli stessi che ognuno di noi richiede quando sfoglia un documento promozionale o pubblicitario. Brevità e semplicità, tanto per cominciare, o come dicono gli anglosassoni KISS (Keep It Simple and Short). In generale va poi ricordato che chi comunica non è solo responsabile di ciò che egli dice o cerca di esprimere, ma di ciò che il suo interlocutore recepisce e trattiene della comunicazione (ricordo attinente). Una volta realizzato lo strumento poi, la gratuità e la praticità di uno strumento come Issuu, può fare il resto. Guarda questo esempio. 

giovedì 20 febbraio 2014

Skype, stato in linea... dipende

Ciao a tutti, oggi voglio parlare di etichetta e norme di comportamento nell’utilizzo di Skype, uno strumento di comunicazione (anche interna) favoloso, ma che ritengo venga utilizzato non sempre in maniera lineare dagli utenti nostrani. Mi riferisco all’uso improprio delle impostazioni di “stato” di cui dispone Skyper (questo il nome originale, poi cambiato perché il dominio non era disponibile) nato per la cronaca nel 2002. Tralasciando significato e corretto impiego degli “stati” più ovvi (In linea, ad esempio) vorrei invece soffermarmi sullo stato “assente” e sul malvezzo di impostarlo anche quando, nella realtà, assenti non siamo. Tutto è filato liscio fino a quando quel qualcuno, pur “assente”, ha iniziato a rispondere, facendo precipitare le cose e mandando progressivamente all’aria l’attendibilità di questo e di tutti gli altri stati. Oggi Skype è un tiro a segno, ci sono utenti che rispondono persino se “non in linea” e altri che hanno dato ormai per scontato che se il “semaforo” è arancione può voler dire di tutto; con buona pace di chi aveva scommesso sulla sincerità collaborativa degli utenti. A parte il mio appello, è cioè tornare alla applicazione semantica dei diversi stati (“assente” anche solo se si va a prendere un caffè, “in linea” se si è davvero in grado di rispondere e “occupato” se non ce n’è per nessuno) quale potrebbe essere lo “stato” aggiuntivo da richiedere a Microsoft (proprietaria di Skype) per risistemare le cose? Riproduzione riservata.

lunedì 3 febbraio 2014

Comunicare. Non è un'impresa difficile

Un'impresa che comunica, non è un'impresa "difficile". Ma occorre avere chiari gli obiettivi, condividerli con tutto il team e mettersi d'accordo in cosa si è migliori e diversi, altrimenti molti degli sforzi e degli investimenti in comunicazione si riveleranno inefficaci. Per questo prima di pensare a quali mezzi utilizzare (un bel sito, una puntuale newsletter, un costoso company profile, la giusta pubblicità, l'irrinunciabile SEO o quel pizzico di Social) è cruciale dedicare la massima attenzione alla progettazione di contenuti originali e distintivi i quali, com'è ormai largamente condiviso, sono sempre più premiati. E non solo da Google. I contenuti vengono prima dei "contenitori" e sono la scintilla di un nuovo modello di marketing (inbound, e non più outbound) dove fra i fattori più importanti troviamo la chiarezza, l'autenticità e l'interesse di ciò che si dice. Maggiori info? www.vocichecorrono.eu



Sapere, saper fare, farlo sapere

Sapere, saper fare, farlo sapere. Queste sono le tre fasi del lavoro che ogni comunicatore di impresa dovrebbe svolgere approcciando aziende di qualsivoglia dimensione e settore. Il sapere è conoscenza obiettiva dell'oggetto di studio: un elemento senza il quale nessun progetto può partire. E' la fase di analisi ambientale del mercato di riferimento: per capire il campo di gioco, i competitor, quali sono gli agenti esterni che possono agevolare o minacciare il business. Saper fare è il "carattere" dell'impresa, le sue competenze esibite e nascoste. Ciò che tutta l'organizzazione è in grado di realizzare e comunicare seguendo le proprie vision e mission. Queste due tappe fanno consentono di meglio individuare i contenuti distintivi e competitivi dell'azienda. Arriva così il momento di... farlo sapereMaggiori info? www.vocichecorrono.eu.

sabato 1 febbraio 2014

Quando la mission è... "fatturare"

Non molto tempo fa, durante un audit di lavoro, chiesi al presidente di un’azienda da 200 milioni di Euro di fatturato, oggi decotta, la mission aziendale. Mi rispose “fatturare”. Oggi, che vedo cosa sta riservando il presente a chi ha sempre affrontato il business con la pancia, considero questa risposta ancora più stolta di allora. Non so voi ma io, parlando e lavorando con diverse aziende, mi accorgo che gran parte delle decisioni continuano a basarsi su informazioni ed esperienza della figura titolare, e quasi mai su dei dati certi e certificati. Inoltre molte imprese funzionano contando sulle persone piuttosto che sulla corretta distribuzione del lavoro secondo funzioni. Insomma. Pianificazione strategica e controllo di gestione sono nella PMI ancora qualcosa di drammaticamente raro. Nessuna analisi, nessuna pianificazione e dunque nessun obiettivo condiviso. In due parole: nessuna mission. A parte, ovviamente, fatturare. Sì, grazie! Maggiori info? www.vocichecorrono.eu.